La cittadina straniera in stato di gravidanza presente in Italia anche in modo irregolare non può essere espulsa fino a 6 mesi dopo la nascita del figlio. Alla donna in gravidanza viene rilasciato dalla Questura un permesso di soggiorno per cure mediche.
Visite e cure durante la gravidanza
In Italia, tutte le visite e le cure per la gravidanza sono gratuite per tutte le donne (non si paga il ticket). Anche le donne straniere non in regola con il permesso di soggiorno hanno diritto a tutte le prestazioni gratuite.
Le cittadine non comunitarie in possesso di permesso di soggiorno CE unico per lavoro o con autorizzazione al lavoro, permesso di soggiorno CE per lungosoggiornanti (ex Carta di Soggiorno), permesso di soggiorno CE di protezione sussidiaria o titolare di status di rifugiato politico, in corso di validità, hanno diritto all’assegno di maternità concesso dai comuni.
Tutte le cittadine straniere in attesa del rilascio del permesso CE devono presentare entro sei mesi dalla nascita del bambino la domanda di assegno di maternità al Comune di residenza allegando la ricevuta comprovante l’avvenuta richiesta del titolo di soggiorno.
Hanno diritto all’assegno di maternità anche le cittadine non comunitarie in possesso della carta di soggiorno di familiare di cittadino dell’Unione (o italiano), di durata quinquennale, nonché le cittadine in possesso della carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro.
Per “familiare” si intende il coniuge, i discendenti diretti di età inferiore a 21 anni o a carico e quelli del coniuge; gli ascendenti diretti a carico e quelli del coniuge.
Corsi per futuri genitori
Esiste un corso di accompagnamento alla nascita: incontri teorici, a cui possono partecipare anche i padri, e incontri pratici riservati alle future mamme.
Progetto "Mamma segreta"
La legge italiana permette alla donna di partorire nell'anonimato e di non riconoscere il figlio, garantendo allo stesso tempo al bambino il diritto di crescere in una famiglia.
I congedi per i futuri genitori che lavorano
Per le donne in gravidanza che lavorano è previsto il "congedo di maternità", cioè un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per le donne.
Esiste anche il "congedo parentale", che è il periodo di astensione facoltativa dal lavoro nei primi 8 anni di vita del figlio e spetta a entrambi i genitori.
Interruzione di gravidanza (aborto)
Secondo la legge italiana (Legge 194) si può interrompere in ogni caso la gravidanza entro 90 giorni dal concepimento.
Dopo 90 giorni, invece, si interrompere la gravidanza solo se la futura mamma è in grave pericolo di vita (a causa della gravidanza) o se il bambino che deve nascere è gravemente malformato.
Per l'interruzione volontaria della gravidanza è necessario rivolgersi al medico di fiducia o direttamente all'Asl di Prato.
Caso particolare
La cittadina straniera in stato di gravidanza con un permesso di soggiorno per cure mediche non può svolgere attività lavorativa e ha la revoca del permesso nel caso di interruzione volontaria della gravidanza.
Inoltre il divieto di espulsione è esteso anche per il marito non necessariamente convivente il quale può restare sul territorio per tutto il periodo concesso alla donna.
Il permesso per cure mediche può essere convertito in un'altra tipologia di permesso verificando i requisiti di idoneità al rilascio.